Artista: Niccolò Fabi
Testo
Hai presente quando sogni di morire
per vedere chi verrà al tuo funerale
per capire chi ti ha voluto bene
e chi ti ha voluto male hai presente?
Chi ti vuole bene dopo di me?
Chi ti vuole bene?
e capire poi che hai sbagliato tutto
che non manchi a nessuno
lei non è vestita a lutto
Rosso, è un vestito rosso
oggi quello che indossi
per il mio funerale
bella senza più pensieri
come sei tranquilla
nel giorno del mio funerale
Hai presente poi la figlia del dottore
seduta in terza fila che piange e non si fa notare
per non parlare del mio migliore amico
che mentre il prete parla
sta nel letto suo a dormire
Chi ti vuole bene dopo di me?
Chi ti vuole bene?
e vedere poi la donna del tuo cuore
che assiste alla funzione
senza il minimo dolore
Rosso, è un vestito rosso
oggi quello che indossi
per il mio funerale
bella senza più pensieri
come sei tranquilla
nel giorno del mio funerale
Hai presente quando sogni di morire
per vedere chi verrà al tuo funerale
e capire poi che hai sbagliato tutto
che non manchi a nessuno
e lei non è vestita a lutto
Ma rosso, è un vestito rosso
oggi quello che indossi
per il mio funerale
bella senza più pensieri
come sei tranquilla nel giorno del mio funerale
Chi non ha mai pensato di assistere al proprio funerale per vedere chi davvero ti ha voluto bene? Cosi Niccolò Fabi descrive la donna del suo cuore che indossa un vestito rosso, lei senza più pensieri, così tranquilla e non vestita a lutto. Lei con indosso un vestito Rosso.
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artista
Titolo: La Guerra di Piero
Artista: Fabrizio De Andrè
Testo
Dormi sepolto in un campo di grano
non è la rosa non è il tulipano
che ti fan veglia dall'ombra dei fossi
ma son mille papaveri rossi
lungo le sponde del mio torrente
voglio che scendano i lucci argentati
non più i cadaveri dei soldati
portati in braccio dalla corrente
così dicevi ed era inverno
e come gli altri verso l'inferno
te ne vai triste come chi deve
il vento ti sputa in faccia la neve
fermati Piero , fermati adesso
lascia che il vento ti passi un po' addosso
dei morti in battaglia ti porti la voce
chi diede la vita ebbe in cambio una croce
ma tu no lo udisti e il tempo passava
con le stagioni a passo di giava
ed arrivasti a varcar la frontiera
in un bel giorno di primavera
e mentre marciavi con l'anima in spalle
vedesti un uomo in fondo alla valle
che aveva il tuo stesso identico umore
ma la divisa di un altro colore
sparagli Piero , sparagli ora
e dopo un colpo sparagli ancora
fino a che tu non lo vedrai esangue
cadere in terra a coprire il suo sangue
e se gli sparo in fronte o nel cuore
soltanto il tempo avrà per morire
ma il tempo a me resterà per vedere
vedere gli occhi di un uomo che muore
e mentre gli usi questa premura
quello si volta , ti vede e ha paura
ed imbracciata l'artiglieria
non ti ricambia la cortesia
cadesti in terra senza un lamento
e ti accorgesti in un solo momento
che il tempo non ti sarebbe bastato
a chiedere perdono per ogni peccato
cadesti interra senza un lamento
e ti accorgesti in un solo momento
che la tua vita finiva quel giorno
e non ci sarebbe stato un ritorno
Ninetta mia crepare di maggio
ci vuole tanto troppo coraggio
Ninetta bella dritto all'inferno
avrei preferito andarci in inverno
e mentre il grano ti stava a sentire
dentro alle mani stringevi un fucile
dentro alla bocca stringevi parole
troppo gelate per sciogliersi al sole
dormi sepolto in un campo di grano
non è la rosa non è il tulipano
che ti fan veglia dall'ombra dei fossi
ma sono mille papaveri rossi.
In questa canzone, scritta nel 1969, Fabrizio De Andrè descrive Piero circondato da mille papaveri rossi i quali simboleggiano l'oblio, il sonno del cuore e dell'anima a differenza della rosa e del tulipano che simboleggiano l 'amore.
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